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Iron Giulio a 6 giorni dall'Ironman di Klagenfurt
di Giulio Fazio, 22/06/2015

Giulio (con gli occhiali) capitano dei nostri a Pescara!

Giulio (con gli occhiali) capitano dei nostri a Pescara!

Mancano 6 giorni all’Ironman di Klagenfurt e forse è veramente ora di scrivere un “resoconto” per il nostro sito.

Dall’ultimo che ho pubblicato sono passate decine di gare, malgrado i buoni propositi fatti con Gigi ed il consiglio direttivo di raccontare un po’ di più di questo sport.

Normalmente un resoconto si fa subito dopo aver completato una gara. Forse dopo Klagenfurt la penna prenderà il sopravvento e ci sarà altro da raccontare. Ora, però, mi sembra il momento giusto: tante volte si sente dire che l’avventura sta nel viaggio e non nella meta e forse oggi è proprio questa consapevolezza che mi induce a scrivere.

Torno con il pensiero a giugno dello scorso anno.

Mi telefona Pietro, compagno di allenamento nel nuoto - medico oncoematologo pediatrico nella vita - e mi dice “hanno aperto le iscrizioni a Klagenfurt… che famo?”
E che famo… non ho mai fatto una maratona nella vita e quando ho superato i 130 km in bici ho sofferto dolori lancinanti alle gambe… che famo?... però un po’ di sale al prossimo anno sportivo lo potremmo pur aggiungere…
Basterà iscriversi ad un paio di mezzi ironman? Fare le gare brevi di regione? In qualche parte della testa continua a risuonare la voce di Pino – altro compagno di nuoto - che ad ogni “garetta” ci dice “ ma basta co ‘sti giri de palazzo! Co ste garette da hello kitty!”…

L’orgoglio e il desiderio di trovare una motivazione forte per gli allenamenti prende il sopravvento. “allora?!?! Stai ancora lì???? Clicchiamo????”…… “a dai, clicchiamo!!!!”…
Fatta!.... Oddio, che abbiamo fatto???? E ora come ci prepariamo?

Mumble mumble mumble… vabbé, per la maratona proverò a chiedere al vero maestro, Pino Coccia. Il mio Presidente. Ha preparato tanti atleti, ci riuscirà anche con me.
Quante ne dovrò correre prima di Klagenfurt? Una basterà? E se poi va male?... vabbé facciamo due: Roma a marzo e Firenze a novembre, per sciogliere il ghiaccio.

Entro sul sito della podistica e mi iscrivo. A settembre, rientrato a Roma, chiamo Pino e gli chiedo di darmi una mano.
Fatta! Ricevo le prime tabelle. Mancano solo due mesi.

Il programma è semplice: sino fine Marzo, data della maratona di Roma, farò tre allenamenti di nuoto a settimana e due di bici (soprattutto indoor con i rulli; quando capita, nel fine settimana, fuori con amici). Per la corsa, le tabelle di Pino.

Poi, da marzo, ridurrò i carichi di corsa e aumenterò quelli del ciclismo.
Speriamo che funzioni.
Intanto compro tutti, ma proprio tutti, i libri sull’allenamento per il triathlon lungo – italiano e inglese - e li studio, per adattare le tabelle alle esigenze della gara.

Ed eccomi al primo test: Firenze! Esordio assoluto in maratona.
Normalmente la mezza, in gara, la faccio in 1 ora e 34 (non so perché, ma la finisco sempre così, a prescindere dallo stato di forma e dal meteo) ma la maratona è un’altra bestia… vedremo.
Obiettivo stare sotto le 4 ore.
La sera prima della gara pinocchio (io) incontra lucignolo (altri compagni di allenamento a nuoto) e si comincia a discutere la strategia di gara. “E’ la tua prima? E cosa prenderai durante la gara? Ma come, non prendi il magnesio? Ma noooooo!!!! È fondamentale prendere il magnesio al 24mo km! Tieni, te ne do uno io liquido!”…
Ok… Firenze, ci siamo… partenza. Mi sento bene. Parto ad un passo che non mi dia la sensazione della fatica e per 24km sono un metronomo a 5 e 10…
Ah, già, al 24 dovevo prendere il magnesio…. Dove l’ho messo? Eccolo…. Un po’ amaro sto gel…
Altri due km ed inizia il mal di stomaco. Al trentesimo si tratta di spasmi. Devo rallentare e cercare un sito per risolvere il problema…

Dal 36mo alterno cammino e corsa e dal 38 praticamente cammino. Sarà stato il magnesio o il “muro”? boh…. E come faccio a saperlo. Al 39mo vedo un lenzuolo bianco steso a terra e penso che non ho nessuna voglia di forzare, che non bisogna superare i propri limiti ed a volte l’adrenalina fa fare stupidaggini.
Risultato agonistico disastroso: non ho abbandonato ma la vera gara è durata solo sino al 36mo… alla fine il crono dice 4 ore e 18, ed il tempo serve solo ad accendere riflessioni sugli errori commessi.
Se l’esperienza è la somma degli errori commessi, oggi ho fatto una grande esperienza…


La preparazione ricomincia. Dopo un breve scarico, inizio a focalizzarmi sulla Roma-Ostia del 1 marzo.

La preparazione della gara scivola via senza grandi interruzioni ma ho la sensazione che lo stato di forma non sia ancora arrivato.
Il 1 marzo il crono si ferma, come sempre, ad 1 e 34…. Vabbé, tanto lo sapevo…
La Maratona di Roma si avvicina ed il calendario si fa complicato: devo ancora fare l’ultimo lungo e l’8 marzo sono iscritto alla gran fondo di Cape Town, gara bellissima con 35 mila ciclisti, che mi servirà anche per dare ufficialmente il via alla preparazione “seria” in bici.

Il Sud Africa si conferma bello come lo ricordavo, ma la gara – sorpresa! c’è anche Francesca, altra triatleta podista solidale - viene purtroppo ridotta a metà a causa di un bruttissimo incendio che ha devastato il Capo… ne approfitto per qualche sgambata in bici ad un ritmo non eccessivo e per fare, proprio prima di partire per Roma, l’ultimo lungo da 35km sulla costa che viene bagnata dai due oceani: bellissimo!!!

Rientrato a Roma comincia l’agitazione pre-maratona, curata solo parzialmente dai consigli di Pino sulla strategia di gara e dalle sue rassicurazioni.

Arriva il gran giorno e riesco a fare ancora “esperienza” prima della gara: lascio la moto a 6 km dalla partenza e così sono costretto a farli di corsa, sotto la pioggia, come riscaldamento. Inoltre, visto che arrivo tardi, parto praticamente in ultima griglia e superare tutti quelli che passeggiano diventa difficilissimo. Solo dopo il 2° km riesco a trovare il ritmo gara, ovviamente sbagliato perché troppo veloce. Ma in quel momento è quello il passo che mi fa correre rilassato.

Dopo aver fatto 30km tra 5 e 5 e 05 comincio a rallentare. 5 e 15 sino al 36mo. Poi sampietrini, la salita sino al traforo… Prima del traforo il gps mi dice che manca 1km… ma i cartelli dicono che ne mancano 2… questa è la botta psicologica che non ci voleva. Così dentro il traforo, dal ristoro in poi, cammino. Arrivati in fondo, alla discesa riparto.
Il crono alla fine dice 3 ore e 44. Meglio di Firenze. Ma la strategia di gara ancora non va. Nelle gambe avevo qualcosa di meglio…
Vabbè almeno ho corso quasi sempre. E sono riuscito a stare sotto le 4 ore.
Non proprio il massimo del conforto per Klagenfurt, ma in fondo anche questa serviva per fare esperienza…

E ricominciamo con gli allenamenti.
I carichi arrivano a 9/10 volte a settimana. Anche 20 ore settimanali totali.
Riesco a restare a letto dopo le 6 di mattina solo una o due volte a settimana…
Una fatica enorme ma anche momenti unici.
Come tutti i mercoledì in cui rivivo il rito dell’appuntamento mattutino con Pietro. All’angolo con la Nomentana alle 6, poi via verso la Marcigliana, 5 vasche e ritorno dalla Salaria/pista ciclabile… 96 km. L’emozione del sole che sorge o del parco tutto per noi con le sue meraviglie dopo la salita provenendo dalla Salaria… gli incontri con triatleti e ciclisti meno mattinieri di noi…

Nei fine settimana lunghi di corsa (28, 32, 35, 37) e di bici (150, 190, 180, 150).
A volte entrambi i lunghi nello stesso fine settimana.

E quando scendo dalla bici, perché non fare una sgambata di corsa? Vabbé, si. Minimo 5km, se c’è tempo anche 10.

E le ripetute bici corsa 20km bici+5corsa x 3 non le vuoi fare? E le ripetute di corsa a pranzo saltando il pasto?

E le gran fondo i fine settimana, non le vuoi allungare di qualche decina di km per metterne ancora un po’ sulle gambe?

E poi, se vivi a Roma, non vorrai mica farti fermare dalle uscite in mezzo al traffico!?!!!

Vabbè, vuoi che non servano anche un po’ di garette/giri di palazzo/hello kitty per far gamba?
A gennaio erano i trail, a maggio l’ironlake del Mugello (mai così caldo nella corsa) o l’irontour all’isola d’elba (5 triathlon sprint i 5 giorni, ma io mi iscrivo solo agli ultimi due).

Infine Pescara. La staffetta (frazione di bici ovviamente) per sentire ancora le emozioni - provate lo scorso anno - della gara meglio organizzata in Italia e per un ultimo test in bici (sarò abbonato agli stessi tempi, ma anche qui faccio in bici praticamente come lo scorso anno, anche se l’anno scorso ho fatto l’intera gara. Vabbè quest’anno tra vento e caldo era molto più dura… e cmq 30km/h di media su questo tracciato e con questo vento possono andare)…. Belle anche le sensazioni del far parte di una squadra di staffettisti, la responsabilità di far bene la propria prestazione per gli altri…

Arriviamo ad oggi: ultima settimana di scarico (ma un vero triathleta è anche un po’ malato e di scaricare non gli riesce mai bene)… ultima rifinitura con 90km in bici e 18 di corsa e poi è veramente fatta.

Certamente Klagenfurt mi ha dato tutta la motivazione che serviva per allenarmi quest’anno. Anche troppa.

Non potevo prevedere che i cambiamenti sul lavoro mi rendessero la vita molto più difficile. Che il tempo disponibile finisse tutto per concentrarsi prima delle 9 del mattino o dopo le 9/10 di sera.
Non potevo prevedere che una caduta nel penultimo lungo di corsa mi incrinasse due costole impedendomi di nuotare per due settimane e complicando così tanto gli allenamenti (ma come facevo a fermarmi? Come avrei fatto poi a Klagenfurt?).

Ormai ci siamo. È stato un viaggio lungo. Sacrifici grandi imposti prima a me stesso e poi alla mia famiglia (che ormai vive con rassegnazione questa follia…) e a chi era abituato a contare a tempo pieno su di me...
Il risultato potrà esser di qualsiasi tipo. E non ho particolari aspettative: è il primo Ironman completo e me lo voglio godere. Mi piace pensare che dopo ritroverò il tempo per il resto della vita, che comunque un po’ mi manca…

Ogni sacrificio, ogni istante dell’ultimo anno, mi passerà davanti alle 6 e 40 della mattina del 28 giugno mentre indosso la muta cercando di capire da quale lato partire per prendere meno calci ed evitare di perder gli occhialetti (come successo al Mugello… altra esperienza…)… Mentre mi concentrerò come un mantra sugli ultimi consigli del coach di nuoto…

Come andrà? In quanto voglio provare a chiudere?... non lo so: ho, però, la sensazione di aver già vissuto la parte più importante e più bella dell’avventura… il viaggio che mi ha portato fin qui… quella che vale la pena condividere…
Il resto, sarà solo una gara… un Ironman, si, ma comunque la parte meno faticosa di tutto…


Giulio da un high five ad un tifoso

Giulio da un high five ad un tifoso



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