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Ci son cascato ancora una volta, ho partecipato di nuovo al tradizionale
‘’viaggio’’ da Firenze a Faenza alla ricerca del piatto che si
concede al quinto traguardo. Ebbene sì è stata proprio la voglia
di attraversare quei luoghi magici, godere di quelle atmosfere uniche
che mi ha spinto ad iscrivermi nonostante avessi nelle gambe
una 52 km trail corsa la settimana prima. Al gruppo di Latina
quest’anno si sono aggiunti i debuttanti Adele, Valentina ed Emanuele
mentre il gruppo della Podistica Solidarietà è composto da
29 atleti a cui si sono aggiunte un gruppo di donne con dolorose
esperienze di malattie tumorali che, dirette da Daniela Paciotti
hanno portato avanti per tutti i 100 km il progetto ’’In cammino
per la vita”. A Firenze incontro, oltre ai numerosi Orange tanti
compagni di ’’ merende’’. Il tempo di trovare un ristorante e fare
un pieno di carboidrati per poi preparare gli zaini per i cambi ed
entrare nella griglia di partenza in via de’ Calzaiuoli. L’ombra dei
palazzi mitiga un po' la calura che poi si rivelera’ determinante e
alle 15.00 in punto, viene dato il classico colpo di pistola. Il passaggio
dinanzi il Duomo tra due ali di folla allevia un po la sofferenza.
Dopo un po' la strada inizia a salire verso Fiesole; lo spettacolo
che si apre davanti a noi, è a dir poco meraviglioso. Da li si
può ammirare tutta Firenze dominata dalla cupola del Brunelleschi.
Le colline toscane ci regalano paesaggi incantevoli e lungo il
percorso troviamo tanti amici con cui rubiamo attimi di riposo,
scattando qualche foto, ma quelle più belle sono quelle che scatteremo
con i nostri occhi e conserveremo nei nostri cuori. Prima
della salita finale che porta a Fiesole attraversiamo San Domenico,
località rinomata per la presenza dell'antica badia fiesolana,
cattedrale di Fiesole fino al 1118 poi ricostruita nel 1456 grazie
alle donazioni di Cosimo de' Medici sulla primitiva chiesa dell'undicesimo
secolo appartenuta ai Benedettini. Attraversiamo la
piazza della città e da qui la strada spiana un po ma la calura
non da tregua. È la volta di Borgo San Lorenzo che si attraversa
sgusciando tra passanti impassibili ed ecco il passaggio sotto il
primo traguardo intermedio. Ci accompagnano lungo il percorso i
suoni delle sirene delle ambulanze che soccorrono atleti colpiti
da malori e crampi dovuti al caldo. Affronto la salita al passo in
quanto mi rendo conto che dovrò risparmiarmi per la seconda
parte del percorso. Siamo al Passo della Colla di Casaglia 1° traguardo
importante, 913 metri di quota. E’ buio e lungo il tragitto
anche per distrarsi un po’ ci si affianca sempre a qualcuno ed
ognuno ha un'esperienza diversa da raccontare, chi parla della
Spartatlon chi parla della Nove Colli chi delle ultra all’estero etc .
La centochilometri è principalmente un abbraccio caloroso tra le
genti di Toscana e quelle di Romagna, una manifestazione che va
oltre lo sport per diventare avvenimento culturale, momento di festa
e di turismo itinerante. La discesa ci aiuta a rilassarci, a vivere
lo spettacolo naturale. Migliaia di lucciole a farci compagnia; che
musica, le rane, con il loro gracchiare, le stelle e, soprattutto, il
pensiero che ormai quello che abbiamo da fare è meno di quello
che abbiamo fatto.
Cio' che stiamo facendo è veramente una grande impresa! Attraversare
a piedi due regioni! Lo percepiamo quando lungo la strada
troviamo amici stremati, ma che non si fermano, amici che si
uniscono a noi per unire le forze e sostenerci. Cominciano anche le
nostre crisi.
Tra una chiacchierata dell'altra si arriva a Marradi situata, ai
confini del territorio comunale di Firenze, nella valle del Lamone
sul versante romagnolo dell'Appennino dove si passa sotto il secondo
traguardo. Si raggiunge il piccolo centro agricolo a circa
dieci chilometri da Brisighella, San Cassiano a 228 metri di altitudine
ammiriamo, l’omonimo castello che sorge sulla collina sovrastante
per i podisti e’ una fermata è d'obbligo davanti al monumento
dedicato ai centisti che si trova sulla curva poco dopo il rifornimento.
Dico a me stesso, come lo scorso anno, perché abbia
voluto mettermi in gioco in una corsa così difficile; mi prometto,
per darmi forza, che non la farò più, ma che devo arrivare al traguardo.
Sono tanti gli amici che mi aiutano... tantissimi. Questa è
la magia del Passatore, tutti sono in sofferenza e tutti pronti ad
aiutarti.
Non solo Firenze e Faenza insomma, rispettivamente luogo di partenza
e di arrivo di questa corsa, ma una miriade di cittadine,
borghi e piccole frazioni che partecipano attivamente, ospitando
gli sportivi ed accogliendo a braccia aperte i centisti che passano,
aspettando ciascuno di essi per incitarlo, tutta la notte fino all'alba.
E’ la volta ora di Brisighella e poi Errano intanto, comincia
ad albeggiare. A ricordarlo è il canto del gallo che scandisce il
passaggio al nuovo giorno. Che meraviglia! Con la gioia nel cuore
e la consapevolezza che il peggio è fatto, arriviamo al 95 km. Ora i
chilometri sono tutti segnalati, ed è bellissimo leggere quei numeri
con la consapevolezza di averli percorsi.
Finalmente l'arrivo a Faenza con il passaggio sotto il display la
consegna della medaglia, del vino e dei € 10 di rimborso cauzione.
Se Dio vorrà, il prossimo anno ritornerò al Passatore perché ci
sono amici... e amici.... Ci sono viaggi... e viaggi. Il Passatore è un
viaggio e un amico unico al mondo!
P.S. Permettetemi ora di annotare la cattiva abitudine di molti
concorrenti (quest'anno ancora di più) di farsi seguire dai mezzi.
Ho scritto più volte all'organizzazione, ma per motivi economici
fanno orecchi da mercante. È inutile che, regolamentino il passaggio
delle auto e degli altri mezzi: essendo una gara Fidal, si devono
rispettare i regolamenti della Federazione che vieta qualsiasi aiuto
esterno e quindi tutte le auto, camper e anche le bici al seguito.
Ognuno dovrebbe affrontare la gara in autosufficienza con il solo
apporto dell'organizzazione, sia a livello di ristori e altro. I giudici
non vedono o fanno finta di non vedere la centinaia di auto e camper
al seguito dei corridori.
Sul sito del Passatore è apparso un “decalogo” composto da 10
consigli. Il nono è il seguente: “Se potete, fatevi seguire in bici o in
macchina da parenti o amici. La gara è davvero partecipatissima,
è una festa più che una corsa podistica: rendete partecipi i vostri
cari di questa impresa!”
Il regolamento del Passatore avverte: “I veicoli degli accompagnatori
debbono attenersi assolutamente alle seguenti disposizioni: -
Nessun veicolo al seguito fino a Borgo San Lorenzo (30 km dalla
partenza). - Per evitare danni ai concorrenti derivanti dalle esalazioni
di ossido di carbonio e dagli ingorghi, i veicoli degli accompagnatori non dovranno seguire i concorrenti ma attenderli lungo
il percorso in punti di riferimento a loro congeniali.”
Regole a parte, una cosa è certa cosa si intende per congeniali?
Nella lunga notte del Passatore (ma anche durante il giorno) per
lunghi tratti i runners devono vedersela con inquinamento da gas
di scarico, acustico, pericolo di investimento.
Da Vetta le Croci in poi il traffico nei due sensi diventa caotico,
paragonabile a quello del ponte di Pasquetta. Non solo auto di accompagnatori
nella direzione della corsa, ma anche mezzi rombanti
che procedono in direzione contraria. Ma all’organizzazione
importa poco: i partecipanti firmano una dichiarazione con la
quale sollevano la stessa da qualsiasi responsabilità.”
il Passatore perde molto del suo fascino a causa delle auto, che inquinano
abbondantemente l’aria e soprattutto costituiscono elemento
di pericolo per la sicurezza di chi corre, tanto che l’uso della
frontale diventa indispensabile non tanto per vedere, quanto
per farsi vedere. Purtroppo, però, ritengo che un Passatore chiuso
al traffico sia un’utopia, in quanto il numero degli iscritti precipiterebbe
drasticamente.