Emergenza siccità di Maurizio Zacchi, 04/08/2011Forse è perché lo sforzo della corsa ci ha abituato a comprendere meglio l’importanza dell’acqua, forse è perché dall’Africa Orientale, la cosiddetta terra degli altopiani, arrivano i più importanti atleti del fondo mondiale, a cominciare dall’immenso Abebe Bikila, o forse è semplicemente perché il cuore della Podistica Solidarietà è veramente grande.
Insomma, non sappiamo con certezza perché, ma sappiamo con certezza che
l’Emergenza siccità che sta attanagliando il Corno d’Africa,
e che per i giornali italiani vale meno dello scandalo scommesse del mondo del pallone, ha subito scaldato il cuore delle atlete e degli atleti della Podistica Solidarietà.
Così nella giornata di ieri, partendo da una sollecitazione accorata del nostro Cristiano Giovannangeli, è partita una "corsa" per fare qualcosa di concreto, per dare un piccolo-grande contributo alla risoluzione di un problema drammatico.
Il Corno d’Africa, per chi non lo sapesse è costituito da alcuni paesi come: Etiopia, Gibuti, Somalia e Kenia. Oltre 11 milioni di persone sono a rischio in Africa orientale a causa della prolungata assenza di precipitazioni che si registra nell'area. Si tratta della peggiore siccità degli ultimi 60 anni che ha portato come conseguenza una grave crisi alimentare definita dal Programma Alimentare Mondiale come la "più urgente crisi umanitaria globale".
Il paese più colpito dal fenomeno sembra essere la Somalia, ma la crisi somala finisce per mettere alla prova in modo particolare il Kenia, che è diventato la meta del lungo esodo che dalla Somalia e dagli altri paesi della regione, va confluendo nel complesso di campi di rifugiati vicino alla città keniana di Dadaab, dove continuano ad arrivare circa 1.500 rifugiati somali ogni giorno. Finora sono 60.000 dall'inizio dell'anno. La cifra sale a 100.000 se si considera l'intero Kenya.
Insomma, un’emergenza nell’emergenza.
La Podistica Solidarietà si è subita messa “in corsa” e ha affrontato anche questa gara con la sua solita grinta ed energia. In poche ore ha studiato il percorso e ha lanciato il suo sprint.
Sono infatti bastate 24 ore a individuare un’associazione attiva in modo efficace su questo dramma, stabilire i necessari contatti, valutare progetti e bilanci ed effettuare un primo versamento di 1000€, che verranno investiti direttamente e concretamente su questa emergenza. La nostra velocità ha stupito gli stessi componenti dell’associazione AMREF, attiva nella zona dal oltre 50 anni, ma si sa, noi siamo gente che va di corsa, gente che corre per traguardi importanti, gente concreta, abituata a confrontarsi ogni giorno con degli obiettivi da raggiungere e con il tempo come nostro avversario. A noi non ci piace chiacchierare, ci piace AGIRE, e AGIRE è anche il nome del cartello di ONG che si sono unite per rendere ancora più efficace la lotta alla siccità.
Il contributo versato nasce dalla raccolta fatta attraverso la distribuzione dei teli da spiaggia Paul Mitchell, donati dall’omonima azienda grazie all’interessamento del nostro socio Claudio Panci. Del resto tutte le iniziative che riusciamo a realizzare grazie ai nostri soci hanno come unica finalizzazione la realizzazione di progetti solidali. Quindi un grazie alla Paul Mitchell e a tutti i soci che hanno aderito all’iniziativa.
Prima però di arrivare alla conclusione e mettervi a disposizione il materiale informativo legato a questa donazione vorrei riportarvi alcune considerazioni della stessa AMREF relativamente a questa emergenza siccità, in modo particolare rispetto alla situazione del Kenia.
Ci scrive Sara Proietti:
Amici della Podistica Solidarietà,
grazie davvero di cuore per aver pensato di sostenere AMREF in questo particolare momento. Il nostro Direttore Tommy Simmons è in questo momento Kenya e ci invia quotidianamente resoconti e fotografie veramente allarmanti, la situazione è a dir poco drammatica. Proverò ad usare le sue parole per descrivergliela, credo sia il modo migliore.
Scrive Tommy: “Nelle zone pastorizie sotto il Kilimangiaro stanno aumentando le perdite di bestiame e le fonti idriche si stanno prosciugando. Il Kilimangiaro è una fonte essenziale di acqua ma dai primi racconti sento che i fiumi che originano dalla montagna si prosciugano poco lontano, influendo pesantemente su comunità lontane anche diverse centinaia di chilometri.”
Come può immaginare la siccità crea problemi a 360 gradi, non solo quelli diretti sulla salute e l'igiene ma anche sul piano alimentare perché i raccolti seccano ed il bestiame muore. Tommy ha raccolto anche la testimonianza di Musili, un contadino del distretto di Matyniani la cui famiglia dipende dal raccolto del piccolo terreno coltiva
“I campi di grano, a prima vista, appaiono come ampie distese pronte alla mietitura. Ma avvicinandosi – in una zona che è uno dei granai del paese – si nota che le piante non sono più alte di dieci centimetri, giungendo tra caviglia e ginocchio. Il raccolto, in queste vaste zone, farà fatica a raggiungere il 10% della media.
Il Governo sta cercando di fronteggiare l'emergenza immediata trasportando acqua e cibo con autocisterne e camion soprattutto nelle scuole, perché i bambini sono chiaramente i soggetti più deboli ed almeno a scuola possono ricevere un pasto al giorno.
Ecco cosa dice Tommy : “Il Governo sta fornendo cibo supplementare alle scuole, non tutte, ma questo sostegno non riesce a raggiungere le zone più remote del paese. Molte comunità sono già affamate...le scuole situate nelle zone più aride della costa non hanno più acqua potabile. L’acqua arriva saltuariamente trasportata dai camion del governo. Il costo di queste operazioni è altissimo e quasi insostenibile anche nel breve periodo…molti bambini vanno a scuola solo per poter mangiare quello che sarà l’unico pasto della giornata. Ci sono molti casi di bambini che svengono in attesa del pasto. Ad Agosto però le scuole chiuderanno ed ancora non sappiamo come il Governo voglia organizzarsi"Purtroppo si registra comunque un aumento dell'abbandono scolastico perché i bambini che frequentano scuole non raggiunte dal governo devono partecipare alla ricerca dell'acqua e del cibo o lavorare per aiutare le proprie famiglie. È chiaro che l'educazione sta passando in secondo piano di fronte alla sopravvivenza.
"Nelle scuole non raggiunte dal programma governativo di distribuzione del cibo il tasso di abbandono è altissimo, fino a 8 bambini su 10, perché i bambini sono coinvolti nella ricerca di acqua oppure devono lavorare per ricavare il denaro necessario all’acquisto di cibo." Scrive Tommy
Questa catastrofe porta problemi a breve termine ma anche molti a lungo termine anche perché sono in difficoltà gli equilibri che si erano faticosamente trovati con le comunità che, naturalmente e purtroppo, devono pensare a sopravvivere. I bambini che lasciano la scuola, le comunità che tagliano alberi per preparare carbone da vendere per acquistare cibo, compromettendo così la possibilità futura di disponibilità d'acqua, l'uso di acqua contaminata per bere, lavarsi e cucinare, sono tutte situazioni che salveranno alcune persone nell'immediato ma rendono più complicate le opportunità di sviluppo futuro.
È così che la pensa anche il nostro Direttore “La crisi non è solo somala e non è solo alimentare e non finirà con la massiccia distribuzione di cibo. La crisi è ben più diffusa, anche se con gradi diversi, e oltre all’alimentazione riguarda l’acqua, l’igiene, la sanità, l’educazione nelle scuole, la crescita di una povertà strutturale e nelle settimane che verranno si acuirà anche in zone non toccate da lunghi conflitti.”
Per questo AMREF vuole affiancare alle necessarie operazioni di emergenza anche un rafforzamento delle attività di sensibilizzazione e formazione sulle regole igienico sanitarie, sulla salute, sull'uso dell'acqua, e alcuni interventi strutturali, per mantenere un razionale sguardo al futuro in una situazione di grande caos.
Siamo sicuri che ci attende un duro lavoro che affronteremo con grande determinazione grazie anche al vostro sostegno.
Lettera di ringraziamento dell'AMREF
Documento: Emergenza Siccità
www.agire.it
www.amref.it
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Maurizio Zacchi |