Come Filippide di Antonietta Scala, 27/08/2015
Con gli amici di Pachino alla partenza Ogni estate mi ritrovo in vacanza al paese dei miei, nella punta più estrema della Sicilia, Capo Passero, e come ogni runner che si rispetti sono sempre alla ricerca di una gara. Ovviamente non è facile trovarne, ad agosto, col caldo che fa! L’unica che riesco a fare è la Camminata di Noto (5,5 km in salita) che si svolge di pomeriggio.
Ma da due anni mi balenava l’idea in testa di una maratona: la Maratona alla Filippide.
Si tratta di una maratona molto particolare. Ci troviamo nella provincia di Ragusa e la gara parte dall’antica stazione di Chiaramonte Gulfi fino ad arrivare a Punta Secca, davanti la casa del “Commissario Montalbano” che in realtà è un b&b.
In questa maratona non sono presenti riferimenti chilometrici, sono vietati orologi, cronometri, gps, cardiofrequenzimetri e qualunque altro dispositivo che possa dare un’idea del tempo che scorre o dei chilometri che si percorrono. Ci si basa solo sul sorgere del sole.
Per questa ragione anche i ristori non si trovano ogni 5 km ma sono sparsi lungo il percorso, non a distanze fisse, in modo da non poter contare i km neanche in questo modo.
Ma voglio partire dall’inizio per descrivervi ogni sensazione di questa strana gara. Sono arrivata in vacanza sabato 8 agosto a pranzo e già pensavo a come sarei potuta andare a questa gara che si è svolta il 9 agosto all’alba. Fortunatamente, mesi prima, avevo conosciuto un gruppo di runners di Pachino e mi sono accordata con i pochi di loro che andavano.
La partenza era prevista alle 4.30 del mattino quindi, dopo che la mia famiglia mi ha preso per pazza, la sera ho cenato e poi ho dormito dalle 22 all’una di notte. Non è stato un gran riposo ...
Raggiunti gli altri a Pachino, siamo partiti alle 2.30 di notte perché la distanza c’era. Eravamo un gruppetto di 10 fra i quali anche 3 persone alla loro prima maratona.
Sicuramente iniziare con questa non è la cosa più facile del mondo anche perché eravamo solo 120 partecipanti e quindi non senti il trasporto della gente che trovi in maratone molto partecipate.
Siamo arrivati al punto di partenza, la vecchia stazione di Chiaramonte che adesso è un bellissimo hotel. E’ buio pesto e si vedono i primi partecipanti che che hanno già fatto colazione. La colazione viene offerta dall’hotel ed è ricchissima, anche troppo se consideriamo che la gara parte alle 4.30 e sono le 3.45: uova, salumi, cornetti ripieni di ogni tipo, spremute di arancia, frutta, pane, fette biscottate, cappuccini, caffè. Io mi limito a del pane e miele dato che in effetti ho cenato alle 21 ma vedo molte persone che mangiano come se non ci fosse un domani.
E’ stato consigliato di portare una luce frontale per la prima ora di strada ma ho letto troppo tardi e quindi ne sono sprovvista.
Alla partenza conosco una ragazza, Cristina, che mi dice che conosce una persona della mia squadra, Paolo Reali. Lei è di Bologna ma corre con una squadra di Latina. Per tutta la gara mi rimarrà in testa il nome (tante ore) e all’arrivo parlo con lei e confermo che lei è la Cristina che mi ha ceduto il pettorale della Ronda Ghibellina fatta a gennaio ... che coincidenze!
Siamo pronti per la partenza, si ritarda un po' aspettando gli ultimi che si attardano al bagno e alle 4.50 partiamo. Il buio è totale ma ci sono varie persone con la lucina e delle macchine di parenti ci affiancano quindi riusciamo a vedere un po' la strada.
Sono partita un po' veloce ma è difficile regolarsi senza garmin e con partenza in discesa. La cosa importante è che il meteo è stato clemente. Il giorno prima c’è stato un temporale e le strade sono ancora fresche.
Non ho idea del percorso ma i miei amici del posto mi hanno dato qualche riferimento. Io ne ricordo solo due: al centro commerciale saremo al 13° km e al castello di Donnafugata saremo al 23° circa.
Non mi sento per niente preparata. Quest’anno ho fatto 4 maratone e tutte senza preparazione. L’ultima è stata Parigi ad aprile e da allora ho corso solo brevi distanze tranne Campotosto. Questa sarà solo una nuova esperienza e servirà a mettere su un po' di km sulle gambe.
Comincio bene, un po' troppo spavalda fino al centro commerciale. Questa è la parte più brutta, si passano anche dei cavalcavia e zone industriali. Per strada passo due ristori con acqua, uno lo vedo per caso. Sono bottigliette d’acqua lasciate su un muretto … solitarie …
Arrivata finalmente al Castello di Donnafugata mi sono concessa una passeggiata. Non c’ero mai stata e la gara passa proprio in mezzo, mi godo il panorama e lì trovo un altro ristoro con banane, mele, uvetta, acqua (caldaaaa) e tè (Sali vietati ...).
Riparto e la strada diventa sterrata, lunga strada bianca in mezzo alla campagna e alla vegetazione. Si passa nelle campagne di S. Croce Camerina e il percorso, partito in discesa, si noda fra stradine di campagna con saliscendi.
Si corre anche molto distanziati essendo pochissimi partecipanti fra i quali solo 20 donne.
Continua la gara e sento già le gambe che cedono e non so assolutamente a che km sto. Non ne ho proprio idea e non so che ore sono. Fa caldo, il sole è già forte e non vedo l’ora di arrivare ad ogni ristoro dove bevo abbondantemente.
Ad un certo punto si arriva ad una strada trafficatissima, passano gruppi di ciclisti che ci salutano ma anche tante macchine. Una mi fa proprio il pelo e faccio un balzo verso il bordo ... il traffico non è stato bloccato da nessuna parte (come non lo era stato per Filippide ... ma non c’erano neanche queste macchine!!!).
Per fortuna si rientra in una zona di campagna, altro ristoro abbandonato con bottiglie d’acqua. Mi faccio proprio una doccia con l’acqua delle bottiglie ... il mare già si vede in lontananza ma siamo ancora in mezzo ai campi e ci si mettono anche tante mosche a dar fastidio mentre corro.
Ormai sono proprio sfinita, voglio solo finirla e dovrebbe mancare poco. Passa un uomo sul carretto che spontaneamnete decide di dirmi che mancano 3,5 km. Mi risollevo e faccio questi ultimi km ma mi attende un bello strappo in salita e alla fine della salita, calcolo che dovrebbero essere passati già 3 km ma un volontario mi comunica che mancano solo 3 km … ancora!!! Ma mi prendono in giro??
Sconsolata continuo, ultimo ristoro dove mi dicono che mancano 800 mt. Pochissimo ... allora posso anche scattare!
Macchè ... continuo a correre per un altro km e mezzo circa e finalmente arrivo a Punta Secca. Giro fra le stradine assolate e all’improvviso la spiaggia!
Mi blocco per un istante perché non mi ricordavo che l’arrivo fosse sulla sabbia.
Invece è proprio così, ultimi 200 mt sulla sabbia e finalmente la medaglia al collo e diploma di partecipazione da vero maratoneta!
Il tempo di levarmi le scarpe e sono già in acqua a rinfrescarmi.
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Antonietta Scala
Antonietta come Filippide ma con una medaglia in più da mostrare fiera Gara: Maratona alla Filippide (09/08/2015) SCHEDA GARA |