Dopo l’ultima “Speata”, ho scambiato qualche mail con il Presidente Pino per commentare impressioni e sensazioni personali relative alla (mia) “odiata e amata gara”; il reciproco entusiasmo, concentrato in pochissime parole e da entrambi percepito con estrema chiarezza, mi ha spinto a scrivere queste sintetiche righe per esternare un affetto che nel corso degli anni si è sempre più consolidato.

Abituato a leggere i suoi articoli e resoconti riguardanti la Squadra e gli atleti che la compongono, ho sentito il desiderio di dedicargli qualcosa di semplice ma sincero per ringraziarlo pubblicamente per l’impegno profuso nei vari ambiti.

Tra l’altro, ho trovato commoventi le parole riportate in una risposta automatica proveniente dal suo indirizzo di posta elettronica, ove annunciava che <<sono quasi finite le prove di pensionamento>> e <<quindi ho deciso che dal 1° agosto la banca farà a meno del mio aiuto e del mio lavoro>>, dunque la ringraziava <<per avermi consentito di vivere una vita lavorativa e privata da privilegiato e la ringrazio per tutto quello che mi ha dato e mi darà>>, senza dimenticare <<mai tutti quelli che ho conosciuto in questi 36 anni di lavoro>>, i quali <<rimarranno piacevolmente nei miei pensieri con un pizzico di nostalgia>>; comunicava, inoltre, che <<dal 1° agosto in poi mi dedicherò al mio secondo hobby/lavoro che adesso diventerà il primo e l'unico>>, ossia <<la Podistica Solidarietà, che molti di voi conoscono e che hanno contribuito a far diventare una gran bella realtà del mondo sportivo e solidale>>.

Tenuto conto che dal 2004 ho il piacere e l’onore di far parte del Gruppo, che ho visto crescere sotto ogni profilo, sono certo che diventando <<il primo e l’unico>> impegno il Presidente Pino saprà ulteriormente evidenziare la sua peculiarità tra le numerose società podistiche.

Grazie di cuore per questi meravigliosi anni e per i costanti stimoli, che mi spingono a proseguire ancora sullo stesso percorso che spero intraprendano, con passione ed entusiasmo, anche i tanti giovani che circondano la nostra quotidianità.

Alfredo Donatucci