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L'intervista al podista. Alberto Botta. il Sogno avverato!!!
di Alberto Botta, 15/11/2020

La mia bellissima avventura in Orange è cominciata nel 2009 con la Pavona Run e questo è il 12° anno in orange.

Ricordo perfettamente l' incontro con il Presidente Pino nel contesto che rivedrò poi centinaia di altre volte prima di ogni gara: lui seduto al tavolino del gazebo a coordinare tutto!!

Il mio battesimo orange è stato con lui, e devo ammettere che mi colpì molto perché la prima impressione fu quella di incontrare una persona fuori dal comune, di grande energia, che amava profondamente quello che stava facendo, oltre al fatto di scoprire in seguito conoscendolo sempre meglio, di avere una sensibilità e un altruismo veramente rari.

Mi guardò fisso per qualche secondo con il suo sguardo semi burbero e poi in un misto tra affermazione e domanda esclamò: "ma tu sei uno forte!??" Non me lo aspettavo e mi fece parecchio ridere! Evidentemente quel periodo avevo l' aspetto atletico!!

L'accoglienza fu veramanete calorosa, con me e con gli altri nuovi iscritti e rimasi anche piacevolmente colpito dal fatto che ricordava già i nomi di tutti. In realtà io non ero forte ma da quel momento provai a esserlo per questi colori.

Ho sentito per la prima volta parlare della Podistica Solidarietà da un mio compagno della precedente Società, Luigi Cimmino con il quale scambiavo piacevoli chiacchierate pre e post gara (poi è diventato orange anche lui). La decisione di cambiare casacca è stata immediata, mi piaceva tutto, i colori, l'organizzazione, il gruppo, la partecipazione, ma soprattutto i fini solidali. Un punto di riferimento nel sociale e nella beneficienza che non ha uguali. Si corre anche per aiutare il prossimo.

Nel mio piccolo cerco di aiutare quando posso, ho 2 figli e un ragazzo adottato a distanza contribuendo per circa 18 anni alla sua crescita con dei piccoli aiuti mensili.
Per un breve periodo ho avuto anche l'onore di far parte del Consiglio Direttivo e ho potuto constatare quanto sia complicata seppur sfidante la gestione delle esigenze di oltre 1300 atleti, dell'aspetto economico e dei "morosi", la moltitudine di aiuti forniti a chi ha più bisogno, la logistica delle gare, gli aggiornamenti del mastodontico sito internet, insomma un "dietro le quinte" che non tutti conoscono e che garantisco è difficilissimo da gestire oltre a portare via un mare di tempo libero ai volontari o meglio...agli "angeli" che se ne occupano.

In quel periodo iniziale guardavo come fossero marziani alcune categorie di corridori: quelli che correvano la maratona sotto le 3 ore, quelli che ne correvano un numero altissimo e quei fortissimi Top della Podistica Solidarietà vincitori del prestigioso Criterium annuale.

Avevo la sincera ammirazione sportiva per chi era riuscito in qualcosa di grande ai miei occhi di neofita e per questo andavo spesso sul sito internet e sbirciavo la loro storia, i resoconti, i loro tempi.

La ricerca della motivazione per avvicinarmi a quegli obiettivi che credevo irraggiungibili, mi avrebbe accompagnato negli anni seguenti permettendomi con una buona dose di fortuna di coronare il mio piccolo sogno, nel 2015 con la maratona sotto le 3 ore e nel 2018 con la vittoria del criterium.

Parlo di sogno perché mi sono avvicinato alla corsa molto tardi, circa dopo i 35 anni, in quanto già da bambino soffrivo di una forma acuta di asma che non mi permetteva di fare nulla. Dopo pochi metri di corsa o di movimento era necessario fermarmi con la cassa toracica gonfia, in fiamme e la "fame" di ossigeno. Non potendo correre ricordo la smania di movimento che mi portava a fare delle lunghissime e assurde camminate. Abitavo a Piazza Navigatori e negli anni in cui lavoravo vicino Pietralata ...andavo a piedi andata e ritorno! Circa 4 ore tutti i giorni con i colleghi che mi consideravano una sorta di disadattato!

L'amore per il gesto atletico, per lo sport in generale è sempre stato fortemente presente e quando finalmente dopo diverse terapie con vaccino ho riprovato solo casualmente da "vecchietto" ad assaporare una corsa senza disturbi, ho realizzato il mio fortissimo desiderio...

In questi anni con la canotta orange sono riuscito ad arrivare a quasi 200 gare, tra maratone, mezze maratone e distanze varie. Ogni gara è stato un piccolo viaggio, ho avuto il privilegio di stare bene e di poterle portare a termine spesso con buoni risultati oltre che con grande soddisfazione.
Il PB nella Mezza maratona, che rimane la mia distanza preferita è di 1h19' e spicci mentre in maratona ho 2h59' che conseguito a quasi 50 anni considero una piccola impresa personale.

Le mie gare preferite la Tre Comuni e la Jennesina.

Gli allenamenti che seguo sono abbastanza essenziali, niente piramidi o cose particolari, svolgo 5 sedute a settimana che includono un giorno di ripetute, uno di lavoro variato e uno di lungo/medio che superi almeno i 16-18km rigorosamente collinari. Se ho tempo, un giorno lo dedico al potenziamento o alle salite. Insomma di solito corro una media di 70km a settimana se non preparo gare lunghe, altrimenti arrivo a 90km o più.

...sempre che non sia infortunato ...A differenza del passato cerco di gestire i malanni senza la smania di tornare al più presto, ho avuto ovviamente tutti gli acchiacchi che poteva avere un podista amatoriale, tendiniti, fasciti, lesioni muscolari, microfratture, inclusi due brutti incidenti in scooter che mi avevano insinuato il dubbio che non avrei potuto più correre. E invece...

L'unico giorno di lavoro dedicato alle ripetute in pista è al Paolo Rosi insieme al Coach Guglini che mi segue da qualche anno e a cui sono grato per il nostro rapporto confronto, rispetto e grande amicizia, mentre per le altre sedute di allenamento "vago" per le strada tra Villa Ada e in giro per il mio quartiere, in orari molto serali e dopo gli impegni lavorativi.

Ormai ho fatto l'abitudine al buio, ai marciapiedi sconnessi, le automobili i semafori e le buche varie, sono momenti duri ma comunque irrinunciabili, l'unica medicina per scrollarmi di dosso le scorie della giornata. Corro rigorosamente in solitaria perché spesso è difficile organizzarsi con altri e perché in allenamento non amo molto chiacchierare amo sentire soltanto la mia fatica e i benefici che porterà, e poi perchè... sono abbastanza orso!

Seguo e ascolto sempre i consigli di chi ha più esperienza di me ma sempre con la convinzione che voglio fare, se possibile, solo quello che mi diverte e mi fa stare bene, non quello che mi fa andare più veloce.

In passato ho avuto la fortuna di essere seguito per un periodo dal coach Fulvio Di Benedetto, poi dal coach e Top runner Andrea Rossi e ora da Giuseppe Guglini, imparando da ognuno qualcosa e soprattutto come si corre!! un arricchimento e una impostazione che da autodidatta non avrei potuto ottenere.
Non seguo una dieta particolare, mangio di tutto con l'unica regola di evitare spuntini intermedi tra i pasti principali. Un paio di giorni prima di ogni gara elimino dalla mia tavola qualsiasi bevanda alcolica o gasata e la cioccolata di cui sono drogato senza speranza.

Nella preparazione alla maratona invece faccio il solito carico di carboidrati dal venerdi ma senza esagerare, mangio parecchia frutta secca, tanti tanti liquidi e qualche integratore di sali minerali. La mattina dell'evento una bella colazione con avena, gallette di riso e marmellata e durante la gara i classici carbogel ogni 13km.
E tanti altri accorgimenti che comunque non hanno impedito nelle mie poche maratone di rimanere fisicamente devastato nei giorni seguenti!!

Avrei tantissimi ricordi da menzionare nella mia esperienza in Podistica Solidarietà, ho tanti flashback, tante emozioni e in ordine sparso potrei citare:
-Un pre gara alla Corsa dei Santi sotto il diluvio universale, in 200 fradici e infreddoliti dentro i gazebo montati dal cuore della squadra, i nostri volontari.
-L'incitamento lungo tutto il percorso della Maratona di Roma al grido di "alè podistica" che spingeva più del vento
- La vittoria nel Criterium 2018 e il mio nome nell'albo d'oro di questa Società
- Arrivare all'alba in zona gara e vedere da lontano il gazebo arancione circondato da amici arancioni...
- Le urla pregara per la foto di gruppo
-L'incitamento del presidente e del Vice Marco quando fanno le foto
.. e poi il rapporto con tanti amici e compagni della Podistica Solidarietà con cui ho condiviso momenti di fatica e di spensieratezza.

Concludo con un ricordo è di questi ultimi difficili mesi di pandemia. Un sabato mattina esco di casa nel post lockdown e incontro il Presidente Pino sotto casa mia. Ci salutiamo con affetto e mi racconta che si trova lì per coordinare aiuti alimentari ad alcune famiglie in difficoltà facendosi aiutare da alcune persone che avevano perso il lavoro. E lo raccontava così, come fosse una cosa normale e non eccezionale ...Inutile aggiungere altro....

Se non che potrei fare di più, possiamo tutti fare di più.

Alberto Botta.










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