Una delle medaglie più belle ed importanti quella che ci è stata donata in occasione della nostra

“prima volta” come gruppo donatori di sangue della Podistica Solidarietà lo scorso 5 luglio.

Ho condiviso questa esperienza con molti altri amici presenti presso la nostra sede dandomi un grande aiuto nell’affrontare qualche timore iniziale.

E’ molto incoraggiante vedere che pensieri e ricordi spesso legati ad episodi di infanzia ci accomunano in queste situazioni.

Io ad esempio ricordo come un trauma le mie prime analisi del sangue ancora bambino.
Lì forse ho maturato un certo fastidio per l’ago nel braccio, l’odore di disinfettante, il sangue nella siringa.

Credo che nel tempo abbia creato una serie di alibi o molto probabilmente mi sono costruito il mio buco nella sabbia nel quale nascondere la testa come uno struzzo davanti al grande bisogno di sangue che c’è nella nostra società e ai continui messaggi di sensibilizzazione.

Poi arriva un "incontro" nella mia vita che si chiama Podistica Solidarietà e se c’è una cosa che ti cambia dentro è proprio nell’impossibilità a nascondere la testa o a girarsi da un’altra parte davanti al bisogno di aiuto.

Quando Pino mi ha chiesto di occuparmi della donazione di sangue ho sentito la mia paura messa alle corde.

Da lì a breve, come spesso accade con la paura che ti preclude esperienze importanti, avrei sperimentato di riflesso una delle emozioni più intense, quella della consapevolezza di aver fatto un gesto che può salvare una vita.

Lino Trabucco mi aveva scritto per incoraggiamento che era come lanciarsi con il paracadute: paura iniziale una grande emozione e appena atterrati la voglia di ritornare a lanciarsi. E’ vero, ogni tanto penso a quando potrò ripetere la donazione ma intanto ho deciso di raccontarvi quello che è successo e quello che accade, perché se l’ho fatto io e se si è in salute, ed è molto improbabile che degli atleti non lo siano, non ci si può tirare indietro la prossima volta.

Davide