Storyboard XTERRA ITALY 2015 di Alessandro Todde, 26/07/2015
Xterra 2015 È venerdì pomeriggio, il sole e il caldo la fanno da padrone, tutti i bagagli sono pronti manca solo la MTB...
Passo da Marco che mi presta la Superfly blu, carico la MTB in macchina, parto e subito il traffico cerca di trattenermi a Roma, il G.R.A. è il solito carnaio... più di venti minuti per imboccare l’autostrada sotto un sole cocente, direi che la doccia a fine viaggio sarà il primo desiderio da esaudire!!!!
Finalmente arrivo al casello ma la situazione non cambia, anzi peggiora: un diluvio universale che mi accompagna fino a Tagliacozzo, poi finalmente il cielo si riapre e mi permette di affrontare il resto del viaggio con più tranquillità, giunto a Cocullo tiro giù il finestrino e l'aria già è diversa... finalmente si riesce a respirare in maniera decente e con il passare dei chilometri il caldo diventa solo un vecchio ricordo
Tante curve nelle suggestive gole del Sagittario, che ho imparato a conoscere ed amare tanti anni fa quando in sella alla mia fedele CBR viaggiavo sulle ali della libertà…
Finalmente eccolo! Il lago a forma di cuore.
Prima di cena incontro Paola e Silvia che appena arrivate iniziano a scaricare lo stand Taymory, le saluto e dopo aver sistemato tutte le mie cose porto la MTB in camera.
Prima sera in compagnia di Maurizio, della sua famiglia e di un altro ragazzo, si cena si ride e si scherza. Poi si va a nanna, finalmente dopo settimane di sudarelle la prima notte con la coperta!!!! I Love Scanno!
Mattina sveglia presto, colazione e ricognizione del percorso bike, tecnico e duro come ricordavo, anche se questo è solo il secondo giro della gara, il primo lo scoprirò domani...
Ritornati al lago ci cambiamo e via con una bella nuotata rigenerante nelle fresche acque, si pranza presto perché Maurizio e Alessandro hanno la gara di X-Swim alle 15, il clima è ottimo solo nel tardo pomeriggio, dopo tuoni minacciosi scendono 4 gocce.
Arriva la sera ed ecco arrivare altri amici, uno dopo l'altro: Bros SuperPino Mastronardi, il Capitano Giulio Fazio, Raffaele Ratto e tanti altri che conosco per la prima volta ma con cui stringo subito amicizia.
Tempo di fare una doccia e si va a mangiare tutti al palazzetto, clima festoso e tanta gente, insomma il giusto spirito pre-gara.
Finita la cena, non possiamo esimerci dal rito che ogni anno ci accompagna in questa avventura: gelatino in piazza al paese... solamente il Capitano si concede una Tazza di Tè rigenerante, mentre Bros (SuperPino Mastronardi) je da de Genziana!
Immancabile poi è il servizio fotografico messo in piedi da Paola e Silvia, che prima di decidere quale foto possa essere messa sul blog ci mandano fuori di testa!
Torniamo in albergo e decidiamo l’orario per la super mega colazione della mattina della gara… fondamentale per poter sopperire alle quasi 5 ore di sforzo che ci aspetteranno…
Finalmente giunge la domenica mattina, sveglia ore 08:00 scendo per la colazione e trovo già intenti a riempirsi il piatto Il Capitano e Bros, poco dopo Anche Maurizio, io cerco di selezionare il cibo con più alto valore energetico, poi alla fine mi guardo intorno e riempio il piatto con tutto quello che trovo sotto mano!
Adesso iniziano a scorrere le ore più lunghe, quelle dell’attesa, la partenza infatti è fissata per le ore 11, il briefing invece alle ore 10:30, giusto in tempo per infilarsi la muta e fare qualche centinaia di metri di riscaldamento, l’atmosfera per fortuna è rilassata e la tensione non si avverte, abbiamo anche il tempo di fare le ultime foto prima della partenza.
Ore 11, inizia la battaglia! Più di 350 persone in acqua a nuotare, dopo i primi incroci con annessi calci e schiaffi dati e ricevuti, riesco a prendere il mio ritmo, quest’anno ci fanno attraversare quasi tutto il lago prima di risalire dalla riva, attraversare il ponticello di legno e rituffarsi per concludere le ultime centinaia di metri.
Esco dall’acqua ma non ho idea in che posizione sono, di corsa mi dirigo verso la zona cambio mentre nel frattempo cerco di togliermi la parte alta della muta (operazione che rimane sempre un’incognita). Il terreno è parecchio fangoso e bisogna fare attenzione a non scivolare.
Inforco la mtb e parto subito con un rapporto agile per non far imballare troppo le gambe, all’imbocco della prima salita verso il paese (rampa al 31%) inizio a superare alcuni concorrenti, poi inizia il tratto dentro il paese pieno di curve, scale da scendere e salire, finalmente intravedo volti conosciuti!
Supero il Capitano e lo incito a seguirmi, subito dopo, all’uscita del paese arrivo a Bros! Urlo come uno scemo, lui si gira e mi fa: “ma quanto ci hai messo per riprendermi!”, di li a poco inizia la salita terribile che ci porterà agli impianti di risalita a quota 1600, 7 km con pendenze variabile dal 6 al 35%.
Arrivati in sommità, ecco il secondo agognato ristoro, dove con forza chiedo una bottiglia di birra mentre i volontari mi guardano divertiti, in fondo il bello delle gare è anche questo saper sdrammatizzare anche nei momenti di grande fatica, superato il ristoro ci si butta in discesa a capofitto in mezzo ai prati, la discesa non è complicatissima ma le pendenze sono notevoli, si viaggia veloci e ci si riavvicina al paese.
Sfiorata la parte alta del paese si ritorna a salire, questa volta la salita non è lunghissima ma le pendenze, dopo un breve tratto su asfalto, arrivano anche al 42% infatti la difficoltà maggiore è cercare i rimanere in sella su un terreno sconnesso e cercando di evitare altri concorrenti che sbandano o perdono l’equilibrio.
Finita questa breve ma intensissima salita, si arriva allo scollinamento e alla parte più tecnica della gara la discesa nel bosco, in questo primo giro devo scendere svariate volte dalla sella sia perché la confidenza con il mezzo non è tanta, sia perché da dietro arrivano i missili terra-aria che hanno già completato il primo giro e si trovano ad affrontare il secondo.
Dopo aver tenuto duro nei punti più complicati si arriva alla fine della discesa, ecco l’asfalto, posso pedalare per cerca di sciogliere le gambe e le braccia messe sotto stress dalla discesa, si passa davanti alla zona cambio e via con il secondo giro!
Questo secondo giro, per fortuna, è più corto del primo e dopo il passaggio all’interno del paese, una volta usciti invece di proseguire dritti si svolta a destra e si ripercorre la salita dalle pendenze proibitive con le gambe già provate dai primi 20 km di gara.
Finalmente si scollina, ma questa volta mi faccio più coraggio e cerco di rimanere in sella il più possibile, la discesa è sempre arcigna e appena ne odo il rumore cerco di agevolare il passaggio dei concorrenti più veloci, inutile incaponirsi e tentare di rimanere al centro della traiettoria, se sono più veloci meglio per loro!
Finita la discesa, tiro un sospiro di sollievo e un accenno di sorriso si stampa sul mio volto, tra me e me penso che sono riuscito a superare una bella prova senza aver avuto il tempo di potermi esercitare con questa benedetta MTB.
Arrivo in zona cambio, mi metto le scarpe da trail, visiera e via! Nell’affrontare la prima asperità lungo lago incontro un ragazzo, cerco di mantenere il suo passo, sorpassiamo un po’ di concorrenti che camminano, poi quando la salita si fa più dura anche noi camminiamo.
Inizio a chiacchierare con questo ragazzo Daniele Mancini, anche lui affaticato e provato da due cadute, percorriamo l’interno del paese assieme, in discesa riusciamo ad accelerare il passo, invece ogni salita camminiamo in comune accordo.
Tutti i rifiorimenti sono utili e graditi, anzi la gente del paese è talmente partecipe che offre aiuto, un signore in zona ristoro mi versa in testa un bicchiere di acqua fredda, un idilio!
Sempre con Daniele al mio fianco usciamo dal paese e inizia ad affrontare il famoso “Mostro” ovvero il chilometro verticale che ci porterà in sommità del bosco, le pendenze sono micidiali a tratti oltre il 40% mani e piedi e si va su, il ritmo che teniamo è buono.
Dopo aver finalmente scollinato iniziamo a correre in discesa in mezzo al bosco, discesa molto tecnica ma che mi ricorda molto quanto io adori la montagna, spingiamo e ci diamo dentro e la fatica dei primi km sembra quasi essere scomparsa.
Durante la discesa sorpassiamo decine di concorrenti, ad ognuno cerco comunque di non far mancare un incitamento, in effetti io sono fatto così, mi piace l’idea di poter aiutare gli altri quando sono in difficoltà.
Si avvicina la fine della discesa e Daniele si stacca leggermente, mi giro due tre volte, ma poi decido che è il momento di andare fino in fondo, inizio a far mulinare le gambe, finalmente vedo la strada, davanti a me l’ultimo chilometro, cerco di aumentare ma i crampi alle gambe mi ricordano tutti gli sforzi fatti sino ad ora.
Vedo davanti a me tre concorrenti, è più forte di me non riesco a resistere accelero! Controllo il Polar e sto effettivamente volando a 4:20/Km, prima dell’ultima curva sorpasso anche l’ultimo concorrente che avevo davanti, mi ritrovo così di fronte l’ultimo rettilineo e il traguardo.
Il tifo come al solito è spettacolare e quando viene annunciato il mio nome riconosco Maurizio ed Alessandro che mi incitano, arrivo a braccia alzate con le ultime energie, finalmente dopo 5 ore è finita!
Una grande soddisfazione per aver portato a termine questa durissima gara e ancora di più aver aiutato Daniele che dopo aver tagliato il traguardo ad un minuto di distanza mi ha detto: “se non c’eri tu me la sarei fatta tutta camminando”.
Questo è lo spirito Orange che porto sempre dentro di me alle gare.
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Alessandro Todde |